MKE T94K – l’MP5 nel 2023

La pistola mitragliatrice MP5K venne lanciata sul mercato verso la metà degli anni ’70 dall’azienda tedesca Heckler & Koch. Il T94K non è quindi che una copia su licenza prodotta dalla turca MKE.
Questa variante per il pubblico civile è  classificata pistola e può sparare solo in modalità semiautomatica, non disponendo del gruppo di scatto per il fuoco selettivo.

Come le pistole mitragliatrici tedesche, anche le copie turche sono caratterizzate dall’ormai noto sistema a ritardo d’apertura a rulli. La loro affidabilità è indiscussa e la robustezza della costruzione e dei materiali è al pari dei modelli tedeschi o gli svizzeri prodotti su licenza da B&T, con cui ho avuto modo di confrontarli.

MKE T94K - MP5

Per poter discutere le qualità di questa PCC conviene prima parlare un po’ di storia, mettendo in chiaro un paio di caratteristiche. La pistola mitragliatrice MP5K nacque a metà anni ‘70 dalla necessità di poter trasportare e occultare più facilmente un MP5 senza perderne la capacità di fuoco.


L’MP5K, e come in questo caso le sue copie; non sono semplici MP5 a cui sono stati accorciati canna e paramano, ma bensì il frutto di un ridimensionamento strutturale della sua sorella maggiore.
Il castello del MP5K è infatti più corto, e lo sono anche la molla di recupero e la sua asta guida molla all’interno. Un elemento che rende riconoscibile a colpo d’occhio questa differenza è la presenza di una seconda spina per il fissaggio del tappo che chiude il castello, posta sotto la tacca di mira. Al contrario gli MP5 “standard” hanno il calcio fissato da una sola spina, che blocca in posizione anche il gruppo impugnatura/scatto.

È quindi palese il primo indiscutibile vantaggio di questa pistola: l’arma offre la possibilità di mantenere un elevato volume di fuoco e un buon grado di precisione rispetto a una semplice pistola semiautomatica; restando però di dimensioni ridotte rispetto a una carabina in calibro da pistola o intermedio.

Come accennato nell’introduzione un'altra caratteristica degna di nota è la qualità dei componenti e la loro costruzione. Il T94K non solo è robusto, ma anche facile da smontare e privo di elementi che lo rendono difficile nella sua manutenzione. Seppur il sistema a ritardo d’apertura sia indubbiamente più complesso di un semplice otturatore a chiusura labile, il gruppo otturatore e porta otturatore risulta facilmente accessibile anche a chi, come me, ha avuto modo di metterci mano senza alcuna preparazione teorica o pratica precedente.

L’utilizzo di un sistema a ritardo d’apertura consente quindi di alleggerire il gruppo otturatore, riducendo considerevolmente il peso dell’arma.  Unitamente al largo uso di metallo stampato e polimeri la pistola gode di dimensioni ridotte.

La pistola in questione utilizza gli ormai noti caricatori in acciaio stampato che hanno reso riconoscibile la silhouette di queste armi. Questi sono più pesanti dei moderni caricatori polimerici traslucidi prodotti da altre aziende (B&T, Beretta e CZ per dirne alcune) ma sono sotto ogni punto di vista più robusti e affidabili. L’uso dell’acciaio permette a costo del peso di utilizzare minor materiale, rimanendo meno ingombranti rispetto ai polimerici.

In termini di precisione la pistola turca si posiziona al pari di altre PCC di fascia alta, anche se purtroppo non c’è stato modo di testare l’arma con sistemi di puntamento più moderni e precisi rispetto alla basilare tacca di mira e mirino con cui la pistola è fornita. E qui possiamo iniziare a parlare dei difetti che caratterizzano questa famiglia di armi.

Come accennato il T94K non condivide le stesse caratteristiche esterne della sorella maggiore, e tra queste le tacche di mira sono una delle note dolenti di questo modello. Al posto del tamburo con diottre di varie dimensioni tipico del MP5, il T94K ha un tamburo con diverse tacche di mira del tipo aperto. L’impressione quindi in puntamento è più simile a quella che si ha con una pistola semiautomatica che non con una PCC. Questa scelta favorisce ovviamente un approccio all’acquisizione delle mire più istintivo e veloce, ma sicuramente meno preciso su distanze oltre i 25/30m. A peggiorare la situazione il design del castello non è stato modificato negli anni ed è quindi privo di una picatinny o altra soluzione per il fissaggio di un’ottica o red dot.

Esistono ovviamente sul mercato soluzioni per l’adattamento di rail, ma queste sono comunque prodotti aftermarket, spesso costosi. Lo stesso problema ritorna se si vogliono montare accessori sul paramano, quali potrebbero essere torce, laser o altro. La pistola quindi non risulta direttamente competitiva con altre PCC o pistole mitragliatrici presenti sul mercato nel 2023. Le aziende concorrenti sopra citate offrono alternative che, già di fabbrica, sono vendute pronte con le sezioni di rail necessarie ad allestire queste armi con gli accesori che più si preferisce. Considerando inoltre che il prezzo resta comunque alto, restando attorno ai 2000 euro sul mercato civile italiano, esistono alternative che conservano buona parte degli elementi di compattezza ed ergonomia della famiglia MP5, ma con una predisposizione di serie per l’utilizzo di accessori aftermarket. Se al al costo di ogni singolo accessorio dobbiamo aggiungere un qualche tipo di interfaccia rail per poterlo montare, è chiaro che il T94K diventa un’arma costosa da allestire per un tiratore dedicato.

In conclusione il principale merito di questa pistola è la sua compattezza e robustezza, purtroppo però inizia a dimostrare dei limiti d’impiego dovuti a un design datato. Di conseguenza è un’arma da valutare più per il valore collezionistico che non per l’utilità pratica che può offrire.

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