Arsenal Firearms Strike One Speed

Arsenal Firearms lanciava la sua prima polimerica nel 2012, chiamata Strike One. La pistola in questione mirava a un mercato operativo, il che giustificava quindi alcune caratteristiche spartane, tuttavia Arsenal fu capace di proporre altri due modelli che puntavano al mercato sportivo: la Strike One Ergal e la Strike One Speed.

L’unica differenza tra le due è il fusto, in lega d’alluminio 7075 (denominata Ergal per l’appunto) nella prima e in polimero per la seconda.  Sono anche proposte altre varianti come la Strike Nitro, la Mark II, e di recente la compatta Stryk B.
In questo articolo analizzeremo la Strike One Speed e discuteremo cosa ha da offrire e quali sono invece le lacune rispetto ad altre polimeriche presenti sul mercato nel 2020.

 

  

Foto per gentile concessione Armeria Gerevini | Casalmaggiore

CARATTERISTICHE MECCANICHE


Se si vuole descrivere i punti forti della pistola non si può che iniziare dal cuore del progetto: il sistema di chiusura AF Speedlock. Il sistema di chiusura in questione si scosta totalmente dal Browning modificato a cui siamo abituati sulla maggior parte delle polimeriche odierne e ne trae dei vantaggi notevoli.
Una pistola con sistema Browning modificato ha bisogno di un fusto che permetta alla canna di percorre la distanza necessaria a gestire le pressioni all’interno del bossolo, e dello spazio poi necessario a questa di abbassarsi per l’apertura e la successiva estrazione della cartuccia esausta. Tutto ciò richiede una distanza minima tra la canna e il fusto in fase di sparo, il che comporta un incremento del rinculo percepito a causa del braccio di leva che si crea tra il gruppo canna-carrello che rincula e l’elsa della pistola, che sarà il punto più in alto in cui sarà posta la mano del tiratore. La Strike One invece è caratterizzata da un blocchetto a U che corre verticalmente all’interno del carrello vincolando la canna tramite 4 tenoni di chiusura. Alla base del blocchetto c’è una traccia sagomata a camme in cui è inserito il perno che attraversa il fusto; al momento dello sparo quindi tutto il carrello arretra finché il blocchetto, guidato dal perno, non si abbassa liberando il carrello e impedendo alla canna di arretrare ulteriormente, permettendo quindi l’estrazione.
I vantaggi di questo sistema di chiusura sono quindi numerosi: l’assetto della canna è notevolmente più basso rispetto al sistema Browning, riducendo la sensazione di rinculo e la distanza che la nuova cartuccia dovrà percorrere dal caricatore alla camera, diminuendo rischi di inceppamenti; una maggiore precisione dato il movimento della canna che resta in linea; un’estrazione sicura più veloce (data la breve distanza percorsa dalla canna). Questo meccanismo si sposa perfettamente sia con una coppia di guide su cui il carrello poggia per due terzi della sua lunghezza – permettendo quindi uno scorrimento molto fluido e controllato -, sia con un gruppo di scatto ad azione singola che di fabbrica è privo dei tipici giochi presenti nelle striker-fired più diffuse, ed è fisso a 2.5kg di peso arrivando ai 1.4 kg circa (3 libbre) col kit Competition.

Le differenze principali
Partiamo dicendo le principali caratteristiche che differenziano la Strike One Speed dalla sorella Strike One sono principalmente le fresature di alleggerimento sul carrello e la tacca di mira regolabile LPA (compatibile Glock).
Per il resto la pistola è essenzialmente la stessa, a cui possono essere aggiunti numerosi accessori che la casa madre offre per renderla ancora più sportiva: leva del hold open maggiorata; pulsante di sgancio del carrello maggiorato; grilletto in ergal dal profilo squadrato a cui si può aggiungere il set Competition di molle e catena di scatto alleggerite; molla di recupero e guidamolla in acciaio.

La pistola utilizza caricatori MEC-GAR in acciaio, con un fondello e elevatore in polimero. La loro capacità è di 17 cartucce, e possono essere ampliati tramite i base pad offerti da aziende quali la Toni-System o la Armanov.

|  Il pulsante di sgancio del caricatore può essere facilmente convertito senza bisogno di attrezzi per l’uso da mancini, oppure direttamente sostituito con un pulsante maggiorato e ambidestro acquistabile dalla Arsenal.

|  L’imbocco del caricatore è caratterizzato da un generoso svaso che facilita i cambi di caricatore in situazione di stress. Questo è un dettaglio interessante che tipicamente su altre polimeriche si potrebbe ottenere solo tramite dei precisi lavori con dremel o con l’installazione di minigonne. E’ presente inoltre un piccolo foro per l’applicazione di un correggiolo.

 

Il percussore una volta armato sporge dalla piastra che chiude i componenti interni al carrello permettendo un responso visivo e tattile sulla condizione dell’arma.

La pistola è fornita delle ormai canoniche due sicure che caratterizzano le azioni striker-fired: quella al grilletto e quella al percussore. L’arma quindi è ‘drop safe’ e il grilletto, sia nella versione ‘di serie’ che nel kit Competition è privo della pinna che tipicamente sporge dai grilletti di tutte le polimeriche a cui siamo abituati.

Il fusto inoltre è caratterizzato da una sporgenza nell’elsa della pistola che porta il tendine del pollice a stringere e quindi più saldamente chiudere la presa sulla pistola.

La pistola viene fornita in una spartana valigetta in plastica, corredata da un secondo caricatore, dal suo manuale d’istruzioni e dalla brugolina necessaria a regolare la tacca di mira.

Le caratteristiche fin qui elencate definiscono una pistola dal design sicuramente interessante, tuttavia è necessario sottolineare un paio di elementi che non la rendono del tutto competitiva rispetto ad altre offerte presenti sul mercato. Vediamo quindi quali sono e come si può rimediare.

Un elemento che oramai è diventato standard nelle polimeriche di tutto il mondo è la presenza di qualche tipo di dorsalino intercambiabile per adattare le dimensioni dell’impugnatura alla mano del tiratore.
La Strike One e le sue varianti mancano di questo particolare, rendendo la pistola generalmente meno ergonomica rispetto ad altre. Tuttavia il fusto è ben realizzato nelle sue dimensioni e si adatta facilmente alle mani di tutti i tiratori: l’autore ha proposto delle sessioni di tiro a tiratori con mani di dimensioni varie e i comandi non  sono mai stati difficili da raggiungere.
Un altro aspetto importante legato al fusto è la mancanza di un sistema a chassis, o telaio, in cui la parte serializzata è l’insieme dei componenti del gruppo di scatto e delle guide del carrello, e non il fusto intero come appunto si può trovare nella pistola Arsenal. Il sistema a telaio presente nelle Sig e nelle Beretta offre la possibilità di cambiare il fusto in caso di rotture o personalizzazioni tramite stippling mantenendo sempre però un solo numero di matricola.
L’ultimo dettaglio mancante è la predisposizione all’attacco di mirini tipo red dot: oramai sta diventando sempre più diffuso l’impiego di mirini a punto rosso direttamente montati sul carrello, tant’è che anche nelle discipline sportive sono nate divisioni che offrono la possibilità di separarsi dalle pistole con ottiche montate tramite staffe sul fusto. Questa mancanza è aggirabile tramite le piastrine che vanno a sostituire la tacca di mira, ed essendo compatibile Glock, la scelta è praticamente illimitata.

In conclusione la Strike One Speed è una pistola dalle caratteristiche promettenti, capace di dare grandi performance sia nel tiro difensivo che nelle discipline sportive. Non è adatta però ai tiratori che cercano la personalizzazione più totale, come per altre polimeriche di maggior successo.

 

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